Ho avuto il piacere, durante un intervista telefonica di conoscere Andrea Salini giunto al suo quarto lavoro “Roses” un viaggio sonoro tra rock, ballate, ritmi tribali, canti pellerossa, ma anche momenti piu hard rock senza disdegnare affatto tocchi acustici di grande effetto.
L’ho intervistato, volendo capire la genesi del disco e non solo.
Ciao Andrea! Benvenuto su Slowcult! Si sente che è un disco molto personale. Nessuna concessione pop, ma musica che viene secondo me da molto lontano. Quale è stata la genesi di “Roses”?
A.S.- Salve a tutti! gestazione del disco si è protratta, tra ricerca e lavoro, per circa tre anni. Dal punto di vista musicale trova ispirazione in diversi esponenti della scena rock americana, parliamo di Tommy Bolin, Jimi Hendrix, Kirk Hammett, John Frusciante, Joe Satriani, Leslie West… per citarne alcuni! I testi invece fanno riferimento alla letteratura italiana contemporanea, tra tutte Ritanna Armeni (“Una donna può tutto”), Serena Dandini (“Il catalogo delle donne valorose”) e ad alcuni classici tra cui Pasolini ed Umberto Eco.
Quale è stato il tuo primo disco, quello della vita che ti ha spinto a prendere uno strumento e farti scegliere di avventurarti in questa strada?
A.S- Senza ombra di dubbio “Fuori dal controllo” dei Gang. Un album del 1997 che mi ha emozionato e cambiato a tal punto da introdurmi in un mondo che mi assorbito talmente tanto da diventare poi il mio.
L’incontro con Fabrizio Simoncioni (Sound Engineer anche al fianco e sul palco con Negrita Litfiba e Ligabue), come è nato?
A.S- Durante la lavorazione del mio terzo album “Lampo Gamma”, Simone Gianlorenzi arrangiando le varie tracce, si rese conto che i suoni che stavamo scegliendo sarebbero stati perfetti per essere mixati dalle sapienti mani di Fabrizio. Così è stato, lui si è subito appassionato al progetto ed il nostro sodalizio va avanti ormai da qualche anno…
Ci siamo conosciuti in un programma radiofonico. Come vedi al momento la situazione della diffusione della musica indipendente nei media italiani? Siamo al momento dove la musica cosiddetta indie ha preso la ribalta del Festival di Sanremo….
A.S.- Una grande spinta propositiva proviene dal basso e anima tante figure professionali e non, mosse da una vera passione per la musica; questo spesso avviene, purtroppo, a titolo gratuito, infatti molti giornalisti, speakers e addetti ai lavori, sono mossi solo dall’amore ed in favore della musica. Sono queste le figure che a mio avviso oggi promuovono e cercano la vera musica indipendente italiana. E’ difficile però discernere la vera musica indie da quella spacciata per tale e che spesso vede finanziatori che hanno come solo scopo quello di costruire personaggi per fini lucrativi, trascurando l’aspetto artistico.
Grazie Andrea di questo incontro!
A.S- Grazie Slowcult!
Fonte: Slowcult
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