IL PERSONAGGIO
Preceduto dal video di “Roses”, pubblicato su YouTube da un mese, in settimana esce l’omonimo cd di Andrea Salini, giunto alla quarta fatica in dieci anni, dopo l’esordio di “Dr. Hyde e Mr. Hyde” del 2010, “Maestrale” (‘12) e “Lampo Gamma”. (’17). Un album che, seguendo il crescente interesse per il formato, sarà disponibile pure in vinile. Per il chitarrista, cantante e autore originario di Petrella Salto, “Roses” rappresenta l’album della maturità, trovando equilibrio tra testi, arrangiamenti, stili e tecnica strumentale non riscontrabili nelle pur valide opere precedenti. «Ci ho lavorato molto – conferma Salini – e questi lunghi mesi di clausura mi hanno aiutato a concentrarmi sul risultato finale – inclusa anche la grafica del cd – grazie pure alla collaborazione del polistrumentista Simone Gianlorenzi, che ha cofirmato5 dei 9 brani del disco, il quale vanta collaborazioni con Ron,Anna Oxa, Gemelli Diversi, o artisti internazionali come Steve Vai, Guthrie Govan o Vinnie Moore». Ad arricchire il parterre dei session men presenti in “Roses”, per citarne uno solo, c’è il batterista John Macaluso: un “metronomo” umano sposato a una reatina e che ha suonato per numerose star internazionali.
IL DISCO
Un disco quindi suonato bene e altrettanto validamente concepito, dove si alternano brani di grande presa come le rockeggianti “Into the storm” e “Irina”, che aprono il Cd, ballads avvolgenti come “Rock ‘n’ roll dreamer”: «Un’autocover – spiega Salini – già in Dr. Hyde ma ora irriconoscibile rispetto all’originale ». A proposito di cover, c’è pure “Take you back” di Bill Conti, tratta dalla colonna sonora di Rocky e sottoposta a un bel trattamento. E ancora strumentali come “Verum Rosa” o “Starfighter”, ricchi di atmosfere diverse in cui Salini si cimenta con echi “dub”, “ragamuffin”, elettronici a conferma di una produzione accurata, anche nell’uso di suoni d’ambiente ben mescolati alla musica.Ma “Roses”, grazie al brano omonimo, a “Irina”, i cui testi sono riportati nel booklet, e ad altri brani è un album incentrato sulla donna: «Universo meraviglioso e insondabile – spiega l’autore – che non ho mai cercato di capire, ma sempre attraente e capace di qualsiasi impresa per amore. Come Irina, ispirata da una donna esistita veramente, che piazzava bombe nei carri armati nazisti in Russia. Donne capaci di grandi slanci in ogni senso: petali e spine allo stesso tempo».
Luigi Ricci
Fonte: Il Messaggero
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