A distanza di tre anni da Lampo Gamma torna Andrea Salini, con un altro breve lavoro (30 minuti circa) dedicato all’universo femminile. Roses vede oltre a Salini, impegnato alla voce e alla chitarra, la partecipazione di Simone Gianlorenzi (chitarra, lap steel, dobro, mandolino e basso) e John Macaluso (micidiale batterista che negli anni abbiamo trovato al servizio di Yngwie Malmsteen, Ark, Labyrinth e Symphony X, giusto per citare qualche band). Il rock di Andrea guarda in più direzioni, ha la capacità di sviluppare le molteplici influenze all’interno di un percorso organico, che punta sull’impatto e sulla forma canzone, complici anche i bravissimi musicisti che hanno collaborato all’opera. Into the storm ricorda nell’attacco iniziale gli Audioslave, per poi scivolare in un blues rock molto interessante, mentre Irina nel suo incedere punkeggiante si avvicina a qualche episodio dei Green Day di American Idiot. Rock ‘n’ roll dreamer guarda invece al country folk, impreziosita dal delicato piano di Silvia Leonetti e dal fine lavoro di Gianlorenzi alla slide, Verum Rosa è una breve poesia narrata da Mariangela Gritta Grainer, momento spirituale spazzato via dalla title track in odore di rock americano. Starfighter è un valido brano strumentale, melodico e ispirato, Take you back è accostabile al Ben Harper degli esordi, con fraseggi reggae lievi e misurati a cui hanno contribuito il basso di Pino Saracini e le percussioni di Carlo Di Francesco, prima della catchy Love song e della conclusiva strumentale The name of the rose, dove ritroviamo il piano della Leonetti, protagonista di un finale che suggella un album variegato ma ottimamente calibrato. (Luigi Cattaneo)
Fonte: ProgressivaMente
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